domenica 30 settembre 2012

MICCOLI show e vittoria liberatoria

Come nelle migliori favole, le insidie vengono risolte dal protagonista che tutti aspettano. Ebbe, dopo due panchine consecutive coincise con due sconfitte di misura immeritate, il Palermo centra finalmente la sua prima vittoria in campionato trascinata dal suo uomo simbolo, capitan Fabrizio Miccoli, scacciando i cattivi pensieri e puntando su un più roseo futuro. Al Barbera la prima partita di Gasperini in casa si conclude con una bellissima vittoria per 4-1 sul ChievoVerona, ottenuta soprattutto grazie alla tripletta del Romario del Salento.
Gasperini conferma il modulo e cambia solo davanti: fuori Giorgi e Hernandez, dentro Brienza e Miccoli. In tribuna il nuovo amministratore delegato Pietro Lo Monaco, a cui Zamparini ha ceduto il 10% del pacchetto azionario.

La partita è viva fin da subito, nonostante sia la terza in una settimana e in una città in cui il caldo anomalo l'ha fatta da padrona. L'incontro viene sbloccato con una punizione magistrale calciata da Miccoli: da posizione decentrata sulla destra, il suo destro fa arrivare la palla in un modo tale che Sorrentino può solo deviare ma non respingere.
Subito dopo il Palermo potrebbe raddoppiare su azione d'angolo, ma stavolta il portiere avversario è abile su Donati, che colpisce di testa centralmente. Da quest'azione scaturisce la ripartenza clivense conclusa con un calcio d'angolo, battuto da Marco Rigoni che segna così un gol olimpico poiché il cross non viene deviato da nessuno sottoporta.

Nel secondo tempo entra Giorgi per Mantovani, con Garcia che scala in difesa; le manovre su questa fascia cominciano così a essere più pungenti. Dopo l'espulsione di Brienza, il Palermo si riporta in vantaggio ancora con Miccoli, che con un'azione personale scarta vari avversari e - nonostante sia contrastato - scarica un rasoterra di destro che batte Sorrentino per la seconda volta: è il gol numero 1000 della storia del Palermo in Serie A.
Ma lo show del capitano non è finito qui, perché il 3-1 nasce da un'invenzione: isolato nella bandierina d'angolo, elude la marcatura avversarie a ha l'occasione per una doppia corta conclusione, la quale viene respinta sui piedi di Giorgi che con gonfia la rete per la sua prima marcatura in maglia rosanero.
Da antologia la rete finale: da un rinvio di Ujkani, Ilicic fa da sponda a Miccoli tira al volo battendo il portiere avversario da 41,02 metri! Esplode la curva Nord, Miccoli segna l'11º gol contro i veronesi, il suo quinto stagionale.

TABELLINO
PALERMO-CHIEVOVERONA 4-1

Palermo (3-4-2-1): Ujkani; Munoz, Donati, Mantovani (46' Giorgi); Morganella, Barreto, Rios (81' Kurtic), Garcia; Ilicic, Brienza; Miccoli (87' Hernandez). A disp.: Benussi, Cetto, Labrin, Pisano, Bertolo, Viola, Budan, Dybala, Brichetto. All.: Gasperini
ChievoVerona (4-3-2-1): Sorrentino; Sardo, Dainelli, Papp, Dramè; Cofie (83' Samassa), Rigoni L., Hetemaj (73' Stoian); Rigoni M., Di Michele (73' Thereau); Moscardelli. A disp.: Puggioni, Viotti, Cesar, Frey, Jokic, Farkas, Guana, Vacek, Cruzado. All.: Di Carlo

Arbitro: Bergonzi
Marcatori: 13', 59', 82' Miccoli, 28' M. Rigoni (C), 80' Giorgi
Ammoniti: Dainelli, Rigoni L., Papp, Moscardelli (C), Brienza, Miccoli (P)
Espulsi: Brienza (P)

mercoledì 26 settembre 2012

Altra beffa nel finale

È incredibile tutto ciò che sta capitando al Palermo. Nemmeno contro la squadra più scarsa del campionato i rosanero hanno saputo ottenere punti, nonostante la prestazioni sia stata mediamente più elevata rispetto all'ultima partita giocata a Bergamo. Gasperini conferma in blocco la formazione che ha perso per 1-0 contro l'Atalanta, rimediando lo stesso risultato anche contro il Pescara. Tutto ciò nel giorno in cui si preannuncia un nuovo scossone a livello societario: Pietro Lo Monaco, ex dirigente di Catania e Genoa, starebbe per entrare nella società con un ruolo ancora da chiarire, così come è da chiarire la posizione che prenderà Perinetti, senza escludere un suo addio.

Eppure in campo c'è stata praticamente una sola squadra, se si escludono le prime sfuriate dei padroni di casa a inizio del primo tempo. Hernandez, il peggio in campo di domenica, stavolta ha dato un contributo maggiore, sciupando però troppo: la prima occasione pericolosa è avvenuta con un triplice tentativo, e clamoroso è stato il gol sbagliato da meno di un metro dell'uruguaiano che ha tirato addosso a Pellizzoli; lo stesso attaccante sarò protagonista di una bellissima rovesciata realizzando un gol poi annullato per fuorigioco inesistente. L'episodio che cambia la partita si può individuare con l'espulsione di von Bergen sul finale di primo tempo. La prima frazione di gioco temina con un sospetto calcio di rigore per i rosanero per fallo di mano su cross di Ilicic quando l'arbitro sta per mandare tutti negli spogliatoi.

Nel secondo tempo il Palermo cerca il gol del vantaggio provandoci più volte con Ilicic, che è pericoloso con un tiro di destro smorzato, su assist di Barreto, e con un potente sinistro di poco alto. Non fischiato, inoltre, un altro calcio di rigore per una spinta su Morganella. Tardivi gli ingressi di Miccoli e Brienza. Gol beffa di Weiss all'86.

TABELLINO
PESCARA-PALERMO 1-0

Pescara (4-3-2-1): Pelizzoli; Zanon, Cosic (45' Capuano), Bocchetti, Balzano; Nielsen (75' Abbruscato), Colucci, Cascione; Quintero (56' Weiss), Caprari; Vukusic. A disp.: Falso, Blasi, Bjarnason, Celik, Brugman, Soddimo, Jonathas. All.: Stroppa.
Palermo (3-4-3): Ujkani; Munoz, Donati, Von Bergen; Morganella, Barreto, Rios, Garcia; Ilicic (81' Miccoli), Hernandez (81' Brienza), Giorgi (46' Mantovani). A disp.: Benussi, Labrin, Pisano, Viola, Kurtic, Budan, Bertolo, Dybala. All.: Gasperini

Arbitro: Doveri
Marcatori: 86' Weiss
Ammoniti: Caprari, Colucci, Weiss, Zanon (Pe), Donati, Morganella (Pa)
Espulsi: 35' Von Bergen

domenica 23 settembre 2012

Progressi non sufficienti

Per la prima panchina di Gian Piero Gasperini, che in settimana ha preso il posto dell'esonerato Sannino, il Palermo perde in trasferta contro l'Atalanta di misura una gara che ha dominato a lunghi tratti.
Il tecnico, ex calciatore rosanero per cinque stagioni, opta per il suo classico 3-4-3, con grandi variazioni tecnico-tattiche: Donati scala in difesa, col compito di guidare l'azione fin dalle retrovie, il suo posto a centrocampo viene preso da Barreto, coadiuvato dagli esterni Morganella e Garcia; novità in attacco: fuori capitan Miccoli (fascia a Donati), Ilicic e Giorgi giocano come ali a fianco della punta centrale Hernandez, il peggiore in campo tant'è che a tratti il Palermo è sembrato giocare in dieci.

I primi minuti sono appannaggio dei padroni di casa, ma presto il Palermo prende in mano il pallino del gioco vincendo ai punti la prima frazione di gioco. Nella ripresa è ancora il Palermo che cerca il gol, che invece arriva nel finale con l'ex Raimondi. tardivo l'ingresso di Miccoli e soprattutto di Dybala: l'argentino, in particolare, nei cinque minuti a disposizione ha fatto vedere due numeri e ha toccato più palloni dell'uruguaiano Hernandez.

Gasperini ha però capito come far giocare la squadra, il modulo è collaudato e bisogna solo per giocare bene gli interpreti. I progressi si sono visti, ma già lo scontro diretto con il Pescara sarà il primo crocevia della stagione.

TABELLINO
ATALANTA-PALERMO 1-0

Atalanta (4-4-2): Consigli; Ferri, Lucchini (73' Stendardo), Manfredini, Brivio; Raimondi, Cigarini, Cazzola, Bonaventura (60' De Luca); Moralez (83' Troisi); Denis. A disp.: Frezzolini, Polito, Matheu, Scozzarella, Palma, Parra. All.: Colantuono
Palermo (3-4-3): Ujkani; Munoz, Donati, Von Bergen; Morganella (90' Dybala), Rios, Barreto, Garcia; Ilicic (63' Miccoli), Hernandez, Giorgi (77' Pisano). A disp.: Benussi, Labrin, Milanovic, Cetto, Viola, Kurtic, Brichetto, Budan. All.: Gasperini

Arbitro: Giacomelli
Marcatori: 88' Raimondi
Ammoniti: Lucchini, Manfredini, Cigarini, Troisi (A), Ilicic, Giorgi, Donati (P)

sabato 15 settembre 2012

Scandalo al Barbera

Poteva essere la partita che decretava la parola fine alla crisi del Palermo, ma così non è stato e tante grazie vanno rivolte all'arbitraggio. Il derby delle isole si conclude 1-1, un punto che smuove leggermente la classifica ma lascia l'amaro in bocca per ciò che è accaduto.
Sannino schiera la squadra con il 4-4-2, con Ilicic esterno e Mantovani al centro della difesa.

Nel primo tempo le squadra hanno alcune occasioni per passare in vantaggio. Fra quelle rosanero si segnalano la "maledetta" di Miccoli (parata fortunosa di tacco da parte di Agazzi) e un'azione che ha visto Miccoli ammonito per proteste per aver invece subito un fallo di Perico da posizione favorevole non visto da Mazzoleni. Sul finire della frazione di gioco il Palermo passa in vantaggio con la prima rete in Serie A per Rios, abile a calciare un potente destro su passaggio arretrato di Miccoli.

Nella ripresa il Palermo cerca di mantenere il vantaggio, mentre Ficcadenti schiera quattro punte in cerca del pareggio. In verità i padroni di casa avevano invece raddoppiato, ma il gol di testa di Donati su punizione di Miccoli viene annullato per un fuorigioco inesistente. Sarà Sau a permettere alla sua squadra di pareggiare all'87'.

TABELLINO
PALERMO-CAGLIARI 1-1

Palermo (4-4-2): Ujkani; Morganella, von Bergen (75' Munoz),  Mantovani, Garcia; Bertolo, Donati (89' Pisano), Arevalo Rios, Ilicic (53' Kurtic); Hernandez,  Miccoli. A disp: Benussi, Viola, Dybala, Milanovic, Labrin, Budan, Brichetto. All: Sannino.
Cagliari (4-3-3): Agazzi; Perico,  Rossettini, Ariaudo, F. Pisano; Ekdal (78' Nené), Conti, Nainggolan; Thiago Ribeiro (63' Sau), Pinilla, Cossu (35ì Ibarbo). A disp: Avramov, Avelar, Astori, Dessena. All: Ficcadenti.

Marcatori: 40' Arevalo Rios, 87' Sau
Arbitro: Mazzoleni
Ammoniti: Nainggolan, Pinilla (C), Mantovani, Miccoli, Garcia (P)

sabato 8 settembre 2012

Stoccata vincente

Il clima in città non è dei migliori. C'è chi già parla di Serie B solo dopo due partite, c'è chi dice che è la peggiore squadra mai avuta. Insomma, nessuno sembra voler appoggiare a prescindere la maglia prima della squadra.
Di certo questo clima non viene stemperato dai giornalisti locali prima che nazionali, i quali invece provano quasi piacere ad affossare il club di Zamparini. Ma se quelli della "polentonia" hanno motivi politici per farlo, qual è il motivo di questo compotamento da parte dei giornalisti dell'hinterland palermitano?
Non ha colpe il presidente quando dice che questo clima non aiuta, "minacciando" per l'ennesima volta un suo allontanamento alla ricerca di un successore.

La goccia che ha forse fatto traboccare il vaso è l'incompetenza dei giornalisti palermitani nell'inventarsi i conti nelle tasche altrui, che ha determinato il seguente comunicato stampa:


Visti i dati parziali pubblicati dalla stampa, che forniscono una visione completamente distorta del bilancio reale dell'U.S. Città di Palermo, si invitano i giornalisti sportivi ad approfondire in maniera più dettagliata i nostri bilanci.
Qualora trovassero il tanto citato "tesoretto" sarà a loro donato.
Fornire i dati parziali distorce la realtà economica del Palermo e dà ai tifosi una visione errata in un momento così difficile.
La verità è un valore e come tale va sempre difesa.

Siamo sicuri che i signorotti (corrotti?) sapranno ben smuovere le masse contro il presidente. La domanda è: a che pro? Vedremo un'altra scena ridicola con soli trenta contestatori allo stadio?

mercoledì 5 settembre 2012

Lettera di un amante, prima che di un tifoso

Ormai, fra i cosiddetti "tifosi"  (per me non può definirsi così uno che non ama la maglia a prescindere) palermitani, c'è la moda di dire "Zampa vattene", "già siamo in Serie B" (ma cavolo! solo 2 giornate e pure contro Napoli e Lazio). Credo quindi che il tifoso si sia malabituato. Paradossalmente c'era un tifo migliore in Serie C! Forse se si scendesse in B una cosa positiva ci sarebbe: la spazzatura di persone che c'è in giro finalmente si toglierà di davanti! Ovviamente spero di no e credo peraltro nel progetto tecnico di Perinetti, ma staremo a vedere.

Alla luce di questo, encomiabile e strappalacrime è il post di Giuseppe D'Agostino, The Voice, il noto giornalista di TgS e Rgs autore delle più emozionanti telecronache del Palermo. Lui condivide il mio stesso pensiero, e l'ha saputo ben raccontare con le seguenti parole che meritano di essere lette e capite (ma, vista l'intelligenza del tifoso palermitano medio, difficilmente quest'ultima cosa sarà fatta).



E' proprio vero. Il calcio, come lo sport, è la metafora della vita.
Lo vediamo capitare tante volte.
C'era una volta una persona. Una persona bella, solare, intraprendente, simpatica. E anche economicamente ben messa. Quella persona aveva un sacco di amici. Tanti tanti amici che la circondavano di affetto, di attenzioni, e che facevano a gara per sembrare l'amico migliore. Il più affezionato. Il più caro.
Poi, improvvisamente, un rovescio di fortuna. La persona bella e simpatica lasciò il posto ad un'altra, malinconica, in difficoltà economiche, malata, non più allegra o di compagnia. Sapete cosa successe amici? Fece quello che avrebbero fatto tutti: chiese aiuto. Provò a cercare conforto e appoggio in tutte quelle persone che fino al giorno prima lo cercavano avidamente.
Chiamò, telefonò, spiegò che era in difficoltà, che stava male, che le cose non erano più come prima. E - oh cari amici lo immaginereste? - le risposte furono dei cortesi no, delle scuse evasive, dei telefoni spenti, delle spalle voltate. Visto che lui non era più "ricco" e "divertente", perchè stare ancora con lui?
E quella persona rimase sola. Con i suoi problemi e le sue angosce. Improvvisamente sparirono tutti. E accanto a lui restarono solo quei pochissimi che gli volevano bene non per la sua simpatia, per i suoi soldi o per le sue battute, ma perchè gli volevano bene come persona. Gli volevano bene e basta.
Sto leggendo e soffrendo molto, in queste settimane. Leggo e mi chiedo come si possa cambiare così, tutto in un colpo.
Come si possa mollare qualcuno proprio quando ne ha più bisogno: quando è in grave difficoltà. Come si possa addirittura ironizzare, sfottere, produrre canzoncine strafottenti, fotomontaggi irridenti e poesiole irriverenti. Come si possa ballare davanti al letto di chi sta male, quando fino a poco tempo prima scherzavi con lui. Come si possa ricoprire di insulti chi fino a poco tempo prima veniva osannato.
La realtà è questa. Il calcio è come la vita.
La nave sta affondando, e come sul Titanic, invece di cercare di salvare la nave. i "topi" si scannano per scappare e salire sull'ultima scialuppa disponibile. E la colpa è di tutti: del Comandante (il presidente), del timoniere (l'allenatore), dell'equipaggio (i giocatori) e a volte anche dei marconisti (i giornalisti - colpevoli di non aver detto che c'era l'iceberg!). A ciascuno di loro vengono date colpe e rovesciati insulti, nella perfetta tradizione del "gioco al massacro", l'unico sport in cui alcuni tifosi (molto presunti) sono campioni olimpionici. E Palermo, purtroppo, è una fabbrica di tali campioni.
Il Palermo è passato di moda amici miei. Non diverte più. Non "conviene" più. Fa soffrire, e quindi si può buttare lì, nel cestino, come un fazzolettino usato. E la colpa, ovviamente, sarà di chi ci "ha fatto stancare".
Gli eroi sono diventati reprobi. I profeti sono diventati ciarlatani. Il transatlantico un piccolo peschereccio. E l'amore è finito, rapidamente come era iniziato. Perchè "non ci si diverte più".
L'amico affascinante e divertente ora è solo un triste rompipalle che chiede aiuto. E che si fa? Invece di aiutarlo gli si dice: "peggio per te, te la sei voluta tu! Crepa".
Il mio Palermo è rimasto solo. E io soffro due volte per lui.
In queste settimane, affezionati amici, ho collezionato un bel pò di epiteti sulla mia voluminosa persona. Soprattutto in provato su Facebook, ma anche dal vivo per la strada. In ordine sparso ricordo: "indegno", "Infame", "servo", "lecchino", "ipocrita". E altri che non voglio ripetere.
Tutto questo perchè io, e lo confermo in questo doloroso (ma deciso) scritto, non abbandonerò il mio amico in difficoltà. Non gli volterò mai le spalle. Non tradirò e non dimenticherò i giorni in cui mi ha fatto divertire e star bene. Non abbandonerò la nave, ma affonderò con essa costi quel che costi. E affonderò accanto al Comandante se lui deciderà di non lasciare la nave. Fosse anche patire altri mille insulti. Fosse anche patire 38 sconfitte consecutive.
Io personalmente sto diligentemente segnando tutti coloro che stanno fuggendo dalla nave. Perchè la nave affonderà. Ma se per uno strano caso del destino non affondasse e restasse a galla, polverizzerò il sedere a calci a chiunque cercherà di salirci di nuovo.
Adesso avete tutto lo spazio sotto questa nota per riempirmi di altri insulti e altre contumelie.
Se amare il mio Palermo significa anche questo, sarà ben poca cosa.

Giuseppe D'Agostino".

Chi ha orecchie per intendere intenda, ma non si azzardi ad attribuirsi le future gioie che la nostra squadra saprà darci perché la figura che ci farebbe sarebbe pessima e ridicola.

lunedì 3 settembre 2012

Lazio-Palermo

Sannino schiera la formazione con il 4-4-2, con Kurtic al posto di Donati, l'esordiente Giorgi a destra e Ilicic in attacco al posto di Hernandez; nella ripresa fa il suo debutto in Italia Paulo Dybala.

TABELLINO
LAZIO-PALERMO 3-0

Lazio (4-1-4-1): Marchetti; Konko, Biava, Dias, Lulic; Ledesma; Gonzalez, Candreva, Hernanes (86' Scaloni), Mauri (80' Onazi); Klose (89' Kozak). A disp: Bizzarri, Carrizo, Ciani, Cavanda, Ederson, Rocchi, Zarate, Floccari. All. Petkovic.
Palermo (4-4-2): Ujkani; Pisano, Cetto, von Bergen, Garcia; Giorgi (51' Arevalo Rios), Barreto, Kurtic (58' Hernandez), Bertolo; Ilicic; Miccoli (58' Dybala). A disp: Benussi, Munoz, Milanovic, Labrin, Morganella, Viola, Donati, Sanseverino, Budan. All. Sannino.

Arbitro: Celi di Bari.
Marcatori: 39', 82' Klose, 56' Candreva
Ammoniti: Candreva (L), Lulic (L), Rios (P), Klose (L)